Sciopero studenti e manifestazione, a
Torino bruciati manichini di Salvini e Di
Maio
Cortei da Roma a Palermo, da Monza a Napoli. Slogan contro il governo giallo-verde, fumogeni e traffico in tilt. Prossimo appuntamento il 16-17 ottobre
Studenti medi e universitari in piazza a Roma e traffico in tilt in molte altre città italiane (Monza, Torino, Palermo, Catanzaro, Napoli, Catania) per protestare contro la prospettiva di nuovi tagli alla scuola e le «promesse tradite» del governo del cambiamento ma anche contro il decreto sulla sicurezza e le politiche anti migranti. Spiega Giammarco Manfreda, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi, dichiara: «Non possiamo più accettare che questo governo si riempia la bocca di parole come “cambiamento”, per poi offrire solo regresso. Telecamere nelle scuole e leva militare sono provvedimenti dannosi e inutili. Diciamo no alle manovre di “risparmio” sulla scuola, come il taglio di 100 milioni annunciato qualche giorno fa, no a una visione limitata del ruolo dei giovani e dell’Istruzione nella società. Se il governo non ha paura di cambiare, lo dimostri investendo in istruzione».
I manichini bruciati a Torino
A Torino gli studenti hanno bruciato dei manichini raffiguranti i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Il corteo, promosso dagli Studenti Indipendenti, è partito da piazza Arbarello e ha sfilato per le vie del centro città per raggiungere piazza Castello. Davanti al Miur, in corso Vittorio, i ragazzi hanno dato fuoco a una telecamera di cartone posta sopra dei mattoni. «I mattoni sono quelli che rischiano di caderci in testa tutti i giorni - spiegano - Le telecamere sono quelle che vogliono mettere in ogni scuola per controllarci». Tanti i cartelli contro il governo: «Lega Salvini e lascialo legato», «Una scuola sicura è antirazzista è antifascista». Sui lampioni di piazza Castello sono state attaccate alcune foto dei leader di Lega e Movimento 5 Stelle col volto imbrattato di vernice rossa. La zona della protesta, di fronte agli uffici della prefettura, è presidiata da polizia e carabinieri.
Roma e Napoli
A Roma la manifestazione ha preso avvio da Piazzale Ostiense al grido di «#Chihapaura di cambiare? Noi no!». La protesta è stata organizzata dall’Unione degli studenti, Rete degli studenti medi e Fronte Gioventù Comunista. Gli studenti hanno acceso fumogeni. Si registrano forti disagi al traffico in zona. A Napoli, migranti e studenti hanno sfilato insieme al grido di «Mimmo Libero», in segno di solidarietà al sindaco di Riace, Mimmo Lucano, posto agli arresti domiciliari. Il corteo partito da piazza Garibaldi si è incrociato con un’altra frangia in piazza Matteotti. Qui si sono aggregati i Movimenti per il diritto alla casa e i centri sociali. I manifestanti sono diretti, scortati dalle forze dell’ordine, sotto la Prefettura. In via Medina sono stati esplosi dei petardi e accesi fumogeni. Studenti e migranti chiedono sicurezza nelle città, nelle piazze e nelle scuole.
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Studenti in piazza, fumogeni e cartelli anti-Salvini in corteo
Le ragioni della protesta
Dice Enrico Gulluni, Coordinatore Nazionale dell’Unione degli Universitari: «Sull’Università non c’è alcuna proposta reale per incrementare il finanziamento ordinario del sistema universitario o per superare il numero chiuso ma solamente annunci e slogan». La Rete della Conoscenza, il cartello che unisce Uds e Link- coordinamento universitario, protesta contro «l’atteggiamento di totale chiusura al confronto del governo, al punto che Bussetti rifiuta di incontrare le rappresentanze studentesche». Mentre, obiettano loro, il ministro già una settimana fa ha trovato il tempo di incontrare una delegazione di rappresentanti del movimento giovanile della Lega. Contestate anche le misure sul lavoro che gli studenti giudicano «insufficienti»: «Non basta la riforma dei centri per l’impiego prevista dal programma: una vera guerra alla precarietà significa abolire i contratti precari e garantire diritti e tutele a tutti i giovani che entrano nel mercato del lavoro», spiegano. Concludono Manfreda e Gulluni: «La mobilitazione non si arresta: non possiamo fermarci di fronte alla barbarie di questo governo, che trascura l’istruzione ma non dimentica mai di demonizzare gli ultimi e di calpestare diritti acquisiti in anni di lotte. Il 16 e il 17 novembre, in occasione della Giornata Internazionale dello Studente, torneremo a mobilitarci!».