Potenza e artigianato, così a Torino nasce la Nissan GT-R50 by Italdesign
«Non è mai semplice eseguire quello che gli stilisti desiderano», spiega Federico Ferrero, capo del reparto Veicoli Speciali di Italdesign: «Noi ci mettiamo le mani e la mente dell’uomo che fa vetture da decenni» e «trova le soluzioni quando sembra non ci siano». Alla fine dello scorso giugno l’azienda italiana e Nissan avevano presentato la GT-R50 by Italdesign: una celebrazione su ruote del mezzo secolo di vita dell’atelier torinese e del celebre modello ad alte prestazioni della marca giapponese. Le principali fasi di costruzione ed elaborazione del veicolo, un bolide da 720 CV di potenza, sono state immortalate in un nuovo video ufficiale. Come documenta il filmato, la lavorazione della carrozzeria della GT-R50 by Italdesign è avvenuta in maniera squisitamente artigianale: martello, scalpello e olio di gomito sono gli ingredienti principali di un lavoro che unisce una meccanica moderna a processi produttivi “d’epoca”.
Ci sarebbe almeno una vittima nella sparatoria al bar Borderline Bar & Grill di Thousand Oaks, che si trova a circa 70 chilometri a ovest di Los Angeles. Lo riportano i media locali secondo cui l’uomo che ha aperto il fuoco, sparando almeno 30 colpi, potrebbe essere stato colpito.
Le autorità hanno confermato che diverse persone, tra cui un agente di polizia, sono rimaste ferite durante la sparatoria. Secondo quanto si apprende dal sito del locale, al momento della sparatoria era in corso la serata del “College Country” quindi si teme che molti dei feriti possano essere giovani.
Sul posto sono intervenute le forze dell’ordine: la sparatoria è avvenuta intorno alle 23.30 ora locale. STAMPA
NÃO HOUVE: 1. limite de gerações. 2. mudanças na via materna. 3. aumento no prazo do reconhecimento (jus sanguinis) em Consulado ou Comune - emenda 14.17. 4. qualquer coisa que afete a validade de documentos. 5. qualquer coisa que afete o direito originário existente até então.
HOUVE: 1. aumento no prazo do processo de naturalização (matrimônio e residência) para 48 meses. 2. aumento na taxa do processo de naturalização para 250 euros. 3. exigência do idioma italiano a nível B1 para os processos de naturalização (matrimônio e residência) - emenda 14.7. 4. prazo máximo estipulado de 6 meses para que um Comune emita certidões com a finalidade do reconhecimento da cidadania italiana, quando estas forem solicitadas por estrangeiros - emenda 14.600.
LEMBRETE: o decreto-lei ainda está valendo em sua redação original até o dia 04/12, deadline para ser convertido ou expirar de vez.
QUAL O PRÓXIMO PASSO?: a aprovação na Câmara dos Deputados, que deve ocorrer no mesmo modelo do Senado - isto é, sem alterações e com voto de confiança.
A pochi giorni dalla manifestazione si cominciano a
montare gli stand per le festività: è polemica
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Pubblicato il 06/11/2018
Ultima modifica il 06/11/2018 alle ore 16:21
ANDREA ROSSI
TORINO
Sicuramente non è un tentativo di sabotaggio - anche perché sarebbe in netto contrasto con gli appelli al dialogo e al confronto lanciati dalla sindaca - certo è che il tempismo non aiuta. A pochi giorni dalla manifestazione contro tutti i No, nata spontaneamente e rilanciata da gruppi auto organizzati ma a ci parteciperanno anche tutte le forze produttive e le associazioni di categoria, in piazza Castello spuntano le transenne. La zona davanti alla Prefettura è off limits perché tra pochi giorni - esattamente dal 24 novembre - ospiterà i mercatini di Natale. L’area è stata chiusa martedì mattina, il 6 novembre, e tra pochi giorni si cominceranno a montare le casette.
Eppure la polemica monta istantanea. È vero che la decisione è presa da tempo ma arriva non esattamente nel momento adatto, perché quella piazza di fatto è “prenotata” per la manifestazione di sabato, i cui numeri cominciano ad annunciarsi alti. E le transenne disturbano non poco: occupano una parte di piazza, limitano non poco le vie di fuga. Sono, insomma, decisamente un problema per i manifestanti. E, dunque, non sembrano destinate a raffreddare il clima. Anzi.
Giustizia, dubbi anche tra i 5 Stelle , cade il governo”
LAPRESSE
Il ministro dell’interno Matteo Salvini
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Pubblicato il 05/11/2018
FRANCESCO GRIGNETTI, ILARIO LOMBARDO
ROMA
Sarà una settimana di discussioni nella maggioranza giallo-verde. E se mai ci sarà una soluzione, non verrà presto. I due vicepremier, infatti, sono all’estero: Luigi Di Maio è in Cina, Matteo Salvini in Ghana. Missioni ufficiali, e strategiche, in rappresentanza dei rispettivi ministeri. Partendo, però, si sono lasciati dietro una scia di recriminazioni contrapposte. E di sospetti: Salvini tornerà a precipizio già martedì, imponendosi una maratona di volo, pur di monitorare di persona che il decreto Sicurezza sia votato al Senato. «Speriamo che non facciano scherzetti, sennò cade il governo», ha detto salutando i suoi. È meno preoccupato di possibili ritorsioni sulla legittima difesa. «È questione ancora lontana. Poi vedremo».
Ma è la questione della prescrizione, imposta con un blitz che porta la firma del ministro Alfonso Bonafede, che si sta rivelando essere una bomba atomica nei rapporti tra gli alleati. Apparentemente è muro contro muro. Non bastasse l’altolà lanciato sabato dal ministro e avvocato Giulia Bongiorno, ieri anche Salvini ha sbarrato la strada: «La riforma della giustizia - ha detto - c’è nel programma, ma non si fa a colpi di emendamenti. Con corrotti e corruttori andrei giù con il martello pneumatico, ma valutiamo bene il fatto che i processi non vadano avanti dieci anni perché indegno di un Paese civile».
In verità Salvini pensa tutto il male possibile di quell’emendamento che i grillini hanno presentato qualche giorno fa, ma non vuole dirlo apertamente. I suoi pensano che l’unica via per uscirne è sgomberare il campo da proposte estemporanee e quindi con uno stralcio, affrontando i delicati meccanismi della giustizia attraverso un ddl ben più articolato. «Non necessariamente un emendamento presentato dalla sera alla mattina è il modo migliore», si è sfogato. Anche tra i grillini comincia a farsi largo la consapevolezza di avere sbagliato le mosse. A mezza voce circola la voce che forse Bonafede s’è fatto prendere dai nervi quando ha saputo che c’erano emendamenti leghisti alla «sua» legge e non ha calibrato a dovere la risposta. Forse non è un caso che un fedelissimo come il sottosegretario alla Giustizia Vittorio Ferraresi, M5S, dica: «Lo Spazzacorrotti sarà approvato e con esso spazzeremo via una certa ipocrisia che ancora alberga in qualche parlamentare». Riferendosi agli alleati leghisti, ma citando l’intero provvedimento contro la corruzione e non il singolo capitolo sulla prescrizione. E anche il mediatore Stefano Buffagni riconosce: «Il tema è complesso e richiede approfondimenti. Una soluzione si può trovare».
Oggi i leghisti avranno una riunione per studiare il problema, e non è escluso che sia allargata agli alleati. Ormai c’è all’esame l’idea di ritirare l’emendamento e trasformarlo in una futura proposta di legge più organica. Oppure, in alternativa, come piacerebbe di più ad alcuni del M5S, s’ipotizza di accantonare l’emendamento e di ritirarlo fuori, ma modulato meglio, in un prossimo passaggio parlamentare. Si ragiona su un compromesso, insomma, che non faccia perdere la faccia a nessuno, e che non metta in pericolo il governo.
«Ho forte l’impressione che l’emendamento sulla prescrizione sia stato un cazzotto che i grillini volevano dare ai leghisti. Ma l’hanno dato agli italiani», sostiene intanto Enrico Costa, Forza Italia. Di sicuro, questa storia ha prodotto una brutta frattura tra Guardasigilli e mondo dell’avvocatura. Nella foga, Bonafede si era scagliato contro gli «azzeccagarbugli» e i penalisti si sono offesi. Diversi di loro hanno chiamato i loro contatti nel M5S. E ieri Bonafede è corso ai ripari con una telefonata di scuse al presidente delle Camere penali, Gian Domenico Caiazza (oggi sarà alla Camera a parlare delle proprie ragioni con Fi), che ringrazia, ma non deflette. E Andrea Orlando, ex ministro, gli dà pienamente ragione: «Il diritto alla difesa - dice - è uno dei cardini su cui si regge lo stato di diritto. I regimi autoritari si sono sempre incaricati di comprimerlo o eliminarlo. Definire gli avvocati preoccupati degli “azzeccagarbugli” è sbagliato e preoccupante».
La Questura di Trieste: sono riammissioni previste dalle norme Ue.
Ma è giallo sui respingimenti a catena
REUTERS
Un’esercitazione alla frontiera tra Slovenia e Austria per prevenire l’attraversamento del confine da parte dei migranti
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FRANCESCO GRIGNETTI
ROMA
«Nessun respingimento irregolare alla frontiera con la Slovenia», giura il questore di Trieste. «Tutto viene fatto secondo le regole». È comprensibile infatti lo smarrimento del povero disgraziato che dopo settimane di marcia nei boschi di Slovenia e Croazia, si butta tra le braccia di un poliziotto italiano pensando di avercela fatta. Ma non è così perché c’è l’impersonale, algido, fors’anche crudele accordo di Schengen che stabilisce la sua sorte.
Ebbene, Schengen dice che se un irregolare è individuato in una «fascia frontaliera» e nella presunta «immediatezza» dell’ingresso, può essere riaccompagnato oltre frontiera e affidato alla polizia dell’altra parte. È una procedura che si chiama «riammissione» e sostituisce il vecchio «respingimento» di quando esistevano le frontiere. Abolite appunto grazie a Schengen.
È quanto accade quotidianamente al confine con la Slovenia, come anche con l’Austria e la Francia. A regolare queste «riammissioni» ci sono alcune circolari della Ue che fissano lo spazio e il tempo: per fascia frontaliera s’intende un corridoio di 150 metri da una parte e dell’altra della linea di confine, per fascia temporale s’intende un massimo di 2 ore. C’è poi un accordo bilaterale italo-sloveno firmato a Roma il 3 settembre 1996, entrato in vigore dal 1° settembre 1997, più estensivo quanto a territorio e orari. Secondo quest’accordo, può essere «riammesso» (e succede ormai massicciamente da quando si sono intensificati gli arrivi dalla rotta balcanica e ci sono molte più pattuglie a controllare il confine, comprese la guardie forestali mobilitate dal governatore Massimiliano Fedriga) chi non ha richiesto l’asilo politico.
Il database nazionale
In ogni caso, dato che la polizia slovena non è felice di riprendersi i clandestini, l’intera procedura viene documentata (e secondo la questura ciò avviene alla presenza di interpreti, ma chissà se questo avviene davvero a ogni ora del giorno e della notte) per essere poi condivisa con i colleghi d’oltre frontiera. Agli stranieri vengono prese le impronte digitali, che si confrontano con il database nazionale e quello cosiddetto Eurodac per verificare se la persona non sia stata già fotosegnalata in Slovenia, Croazia o Grecia. Nel secondo caso, la procedura è più lunga e complessa. E se mai nessun poliziotto di altri Paesi li ha identificati, paradossalmente la procedura è più spiccia. I minori stranieri non vengono riammessi, ma affidati ad apposite strutture di accoglienza italiane, e così le persone particolarmente malate.
Diverso ancora è il caso di chi è sbarcato in uno hotspot in Grecia. Oppure di chi ha presentato domanda di asilo politico in un Paese della Ue e poi si presenta alla nostra frontiera: una selva di situazioni giuridiche diverse che agli occhi del migrante, proveniente da Paesi immensamente lontani, rappresenta un’incomprensibile roulette russa. E che magari interpreta come il capriccio del poliziotto che ha davanti. Tocca comunque agli sloveni accettarli. Perciò gli italiani devono documentare con scontrini, biglietti di treno, qualsiasi prova, l’immediatezza dell’ingresso in Italia. Quindi, se arriva il via libera, rigorosamente entro le ore 16 perché dopo gli sloveni non ci stanno, gli stranieri vengono consegnati «esclusivamente con mezzi con i colori d’istituto della Polizia di Stato» presso la stazione di polizia Krvavi Potoc (Pesek).
Le accuse contro Zagabria
Quel che accade da quel momento, lo sanno solo gli sloveni ma è immaginabile che abbiano accordi diretti con la polizia croata. E nessuno dubita che sia un circuito infernale per il disgraziato che vi finisce dentro. Pochissimi sono i diritti riconosciuti ai migranti, specie da parte croata. L’ultimo Rapporto di Amnesty International ci ricorda che «la Croazia ha continuato a rimandare in Serbia rifugiati e migranti entrati nel Paese irregolarmente, senza garantire loro l’accesso a un’effettiva procedura per la determinazione del diritto d’asilo. Durante i respingimenti, talvolta anche dall’interno del territorio croato, la polizia è ricorsa regolarmente a coercizione, intimidazione, confisca o distruzione di oggetti personali di valore e uso sproporzionato della forza». STAMPA
Serie A: le probabili formazioni della undicesima giornata
L’undicesima giornata comincia venerdì con Napoli-Empoli. Juve sabato alle 20.30 con il Cagliari: ampio turnover per le big impegnate in Champions?
Dries Mertens, 31 anni.
Giornata numero undici e orologi da sincronizzare: dopo il recupero della prima giornata tra Milan e Genoa che ha riequilibrato la classifica, il primo fischio d’inizio arriverà già venerdì sera con Napoli-Empoli (20.30). La capolista Juventus è di scena all'Allianz Stadium con il Cagliari sabato alle 20.30, preceduta alle 18 da Fiorentina-Roma e alle 15 da Inter-Genoa. Domenica chiude il Milan: alle 20.30 è di scena a Udine. Ecco le probabili formazioni.
NAPOLI-EMPOLI — Venerdì ore 20.30
Napoli Turnover: si parte da qui. Ancelotti, in vista del Psg, è pronto a far spazio al resto della rosa: in porta dovrebbe giocare Karnezis, fuori uno tra Albiol e Koulibaly (il primo è più probabile), oltre a uno tra Hysaj e Mario Rui in difesa. Dentro Maksimovic e Malcuit. A centrocampo si rivede Zielinski, per il resto tutti in bilico: due tra Callejon, Hamsik e Allan dovrebbero iniziare dalla panchina, con Rog, Diawara e Fabian Ruiz in corsa per una maglia. Davanti ballottaggio Insigne-Mertens, col belga in vantaggio. Ancora out Verdi e gli altri lungodegenti.
Empoli Veseli potrebbe recuperare per la panchina, a sinistra Antonelli favorito su Pasqual. A centrocampo più Traoré di Capezzi, mentre davanti si dovrebbe continuare con Caputo unica punta supportato da Krunic e Zajc.
Lautaro Martínez, verso una maglia da titolare. Getty
INTER-GENOA — Sabato ore 15
Inter Spalletti pensa alla Champions: martedì arriva il Barcellona. Non è escluso allora che possa trovare spazio qualche giocatore meno utilizzato sinora. Con il Genoa Lautaro Martinez potrebbe far rifiatare Icardi, Nainggolan si candida almeno per la panchina. Nel trio alle spalle della punta c'è Borja Valero. Dalbert darà un turno di riposo ad Asamoah.
Genoa Juric avrà solo due giorni effettivi per preparare la gara contro l'Inter, dopo aver affrontato il Milan. Rientra certamente Romero, squalificato sì, ma contro i rossoneri nel recupero e quindi disponibile contro i cugini nerazzurri. In compenso sarà out Criscito: diffidato, è stato ammonito contro la squadra di Gattuso. Lo sostituirà Zukanovic. In mediana si rivede Sandro.
FIORENTINA-ROMA — Sabato ore 18
Fiorentina Pioli riflette sul centrocampo: Gerson e Fernandes si giocano un posto nei tre. Difesa confermata pressoché in blocco, in attacco dovrebbero rientrare sia Simeone che Pjaca.
Roma De Rossi è difficile che parta titolare al Franchi, mentre Manolas si riprende il suo posto al centro della difesa. Rientra Florenzi, ma è sfavorito con Santon, mentre Kluivert va in panchina assieme a Pastore, anche in vista della trasferta di Champions in casa del Cska.
JUVENTUS-CAGLIARI — Sabato ore 20.30
Juventus In difesa De Sciglio potrebbe far rifiatare Alex Sandro. Mandzukic recuperato, possono riposare Chiellini e Bernardeschi, alle prese con qualche acciacco. Davanti potrebbe essere l'occasione di rivedere Douglas Costa titolare. Chi riposa? CR7 sicuramente no e allora Dybala...
Cagliari Joao Pedro e Pavoletti come tandem d’attacco per Maran. Lykogiannis, Farias e Klavan indisponibili: Maran rispolvera l'11 visto contro il Chievo.
LAZIO-SPAL — Domenica ore 12.30
Lazio Badelj è fuori e il dubbio di Inzaghi è chiaro: Parolo o Cataldi in regia? Berisha lentamente sta smaltendo l’ultimo problema fisico. Davanti solito ballottaggio per il ruolo di spalla di Immobile: Luis Alberto, Correa e Caicedo in corsa. Favorito l'ex Siviglia.
Spal In porta potrebbe giocare Milinkovic, rientrato dalla squalifica. Nella difesa a tre Bonifazi, Vicari e Felipe. Schiattarella è squalificato, quindi in regia probabile Valdifiori vicino a Everton Luiz e Missiroli. In attacco Antenucci potrebbe rivedersi dal 1'.
CHIEVO-SASSUOLO — Domenica ore 15
Chievo Ventura è ancora a caccia dei primi punti. Nel 3-5-2 in difesa dovrebbero giocare Bani, Cesar e Rossettini; a centrocampo Depaoli, Obi, Radovanovic, Giaccherini e Jaroszynski, in attacco Meggiorini e Stepinski.
Sassuolo Boateng torna titolare, a scapito di Babacar. Dal 1' anche Lirola sull’out destro, con Di Francesco che avanza a contendere la maglia a Djuricic. In mediana più Magnanelli di Locatelli.
Kevin-Prince Boateng, 31 anni. Ansa
PARMA-FROSINONE — Domenica ore 15
Parma Inglese è ancora alle prese con il mal di schiena: nessun problema per D'Aversa, che ha già allertato Ceravolo. Siligardi o Di Gaudio all'ala destra, c'è Gervinho sul lato opposto. Deiola sostituirà Barillà, squalificato.
Frosinone Longo ha un unico dubbio: Molinaro riuscirà a scendere in campo? In alternativa c’è Beghetto. Perica pronto a rientrare in panchina, Ciofani sarà l'unica punta.
SAMPDORIA-TORINO — Domenica ore 15
Sampdoria Murru, nonostante sia uscito malconcio dalla sfida di San Siro con il Milan, è favorito rispetto a Sala. Verso una maglia da titolare anche Defrel, che è sempre in vantaggio su Caprari e Kownacki per fare da spalla a Quagliarella. In mediana Barreto potrebbe completare il trio con Ekdal e Linetty: Praet verso la panchina.
Torino Djidji più di Moretti dietro, Aina in vantaggio su Berenguer sulla fascia sinistra. In attacco ancora Belotti e Iago. Panchina per Soriano e Zaza.
BOLOGNA-ATALANTA — Domenica ore 18
Bologna Inzaghi col 4-3-3. In difesa Calabresi, Gonzalez, Helander e Mbaye; a centrocampo Poli, Pulgar e Svanberg, in attacco Orsolini, Santander e Palacio.
Atalanta Gollini non è detto che giochi, Gasp sembra anzi intenzionato a confermare Berisha tra i pali. Per il resto, la formazione potrebbe essere quella delle ultime due settimane, con l'attacco leggero Ilicic-Barrow, con il Papu (appena diventato padre per la terza volta) pronto a tornare al gol.
UDINESE-MILAN — Domenica ore 20.30
Udinese Velazquez senza Nuytinck pensa a una conferma di Opoku. In porta battaglia serrata tra Musso e Scuffet: l'argentino non ha fatto benissimo a Genova, ma dovrebbe essere riconfermato. A centrocampo Barak e Behrami in lotta per una maglia.
Milan Gattuso spera di recuperare Bonaventura, mentre l'allenatore ha confermato l'assenza di Biglia proprio dopo la gara contro il Genoa. Gli altri sicuri indisponibili sono Caldara e Calabria. La difesa a tre vista contro i rossoblù dovrebbe essere replicata a Udine, con Abate in panchina.