Friday, October 26, 2018
Rimini Italy- Cucchi, Salvini ai carabinieri: «L’errore di uno non infanghi il lavoro di tutti»
Cucchi, Salvini ai carabinieri: «L’errore
di uno non infanghi il lavoro di tutti»
Il comandante generale dell’Arma, Giovanni Nistri, alla cerimonia per i 40 anni del Gis: «La gravità dell’accaduto non si discute, ma non rispecchia la normalità del nostro modo di precedere». Trenta: «Chi nega i valori va isolato»
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«L’Arma si deve ricordare che è nella virtù dei 110mila uomini che ogni giorno lavorano per i cittadini che abbiamo tratto, traiamo e trarremo sempre la forza per continuare a servire le istituzioni; 110mila uomini che sono molti ma molti di più dei pochi che possono dimenticare la strada della virtù». Così il comandante generale dei Carabinieri Giovanni Nistri ha concluso il suo discorso nel corso della cerimonia per i 40 anni del Gis, il gruppo di Intervento Speciale, l’unità per il controterrorismo italiana.
Il pestaggio di Stefano Cucchi
Il generale aveva difeso l’Arma all’indomani della confessione che aveva scosso la «Benemerita», da parte di uno dei militari che aveva partecipato al pestaggio di Stefano Cucchi dopo l’arresto. «La gravità di ciò che è accaduto non si discute - aveva detto Nistri - ma è un episodio che non rispecchia la normalità del modo di procedere dell’Arma».
«L’impegno di tutti»
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, presente alla cerimonia, ha fatto scattare l’applauso dagli spettatori in tribuna, dichiarando: «Da ministro non ammetterò mai che un eventuale errore di uno possa infangare l’impegno e il sacrificio di migliaia di ragazze e ragazzi in divisa». Mentre il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, ha concluso il suo discorso affermando che «L’Arma è sempre stata vicina al cittadino» e i Carabinieri sono un «punto di riferimento, esempio di rettitudine, integrità e senso del dovere»: ma nel caso in cui «si accerti l’avvenuta negazione di questi valori si deve agire e accertare la verità isolando i responsabili allo scopo di ristabilire la fiducia dei cittadini nell’Arma».
Thursday, October 25, 2018
Ravenna - Piccola Grande Italia-Desirée Mariottini, tre fermati. Drogata e abusata da non coscienteL’amica: «Potevo salvarla...»
Desirée Mariottini, tre fermati. Drogata e
abusata da non coscienteL’amica:
«Potevo salvarla...»
Individuat un quarto uomo: sarebbero i responsabili della morte della 16enne di Cisterna Latina. Nella notte bloccati due senegalesi irregolari per omicidio, violenza sessuale di gruppo e spaccio. Le hanno dato droga e ne hanno abusato.
Tre persone sono state fermate (e un quarto è già stato individuato) dalla squadra mobile e del commissariato San Lorenzo in relazione all’omicidio di Desiree, Mariottini, la 16enne di Cisterna di Latina trovata senza vita nella notte fra giovedì e venerdì scorsi in un cantiere abbandonato di via dei Lucani, a Roma. I primi due fermati nella notte sono due senegalesi, irregolari in Italia, Mamadou Gara di 26 anni e Brian Minteh di 43. Sono ritenuti responsabili, in concorso con gli altri due (uno fermato e l'altro individuato), di violenza sessuale di gruppo, cessione di stupefacenti e omicidio volontario con l'aggravante dalla crudeltà. In Questura mercoledì sono stati sentiti 6 testimoni e 4 sospettati e prima delle 23 non avevano ancora concluso le deposizioni davanti al procuratore aggiunto Maria Monteleone e al pm Stefano Pizza.
E le indagini confermano che Desiree è stata drogata e poi abusata sessualmente quando era in uno stato di incoscienza. Gli inquirenti hanno accertato che i fermati, insieme con altre persone, le hanno somministrato stupefacenti il pomeriggio del 18 ottobre in modo da ridurla in stato di incoscienza e ne hanno abusato sessualmente, causando la morte avvenuta nella notte del 19 ottobre.
Procura e polizia stanno ancora ricostruendo nel massimo riserbo quello che è successo al pianterreno del palazzo avvolto da impalcature arrugginite, dove la giovane si era già recata nella giornata di mercoledì, dopo essersi allontanata dalla sua abitazione in seguito a una lite con i parenti. Almeno è quello che secondo un testimone la stessa Desirée avrebbe raccontato in quei momenti, prima di entrare nell’edificio. Per alcuni cercava di recuperare il suo telefonino, rubato nella vicina piazza dell’Immacolata, quella famosa per la movida ma anche per il degrado e lo spaccio di cocaina ed eroina, per altri invece voleva acquistare lei stessa sostanze stupefacenti. E non sarebbe stata neanche la prima volta. Nelle settimane scorse la sedicenne era stata fermata e identificata vicino a casa sua, a Cisterna, alla ricerca di alcune pasticche di psicofarmaci.
Il sospetto è che Desirée sia comunque finita in un giro pericoloso, che pensava forse di conoscere bene, attirata in una trappola. All’interno dell’ex cantiere c’erano almeno altre due giovani romane — entrambe sarebbero consumatrici di droga —, insieme con un gruppo di extracomunitari, fra africani e nordafricani. Pusher che utilizzano quel cantiere come una base operativa per spacciare su un vasto territorio che arriverebbe fino a piazza Bologna e alla stazione Tiburtina, che i residenti hanno ribattezzato «Il triangolo delle Bermuda».
Nonostante l’autopsia sia stata effettuata, non è ancora chiaro come sia morta Desirée. Per questo motivo si attendono i risultati degli esami tossicologici per sapere quanta droga — e di quale tipo — la studentessa abbia assunto prima di sentirsi male, anche se fra le ipotesi c’è quella che la giovane possa essere stata soffocata con una mano premuta sulla bocca, per non farla gridare. Un’agonia per la povera Desirée, poi lasciata sola da tutti coloro che si trovavano nell’edificio maledetto, visto che all’arrivo dei soccorritori in quel piano terra non c’era nessuno accanto al giaciglio di fortuna sul quale era adagiato il corpo della sedicenne. Il nulla osta per i funerali non è stato ancora firmato dai pm. Ci vorrà ancora tempo per effettuare altri accertamenti.
Tuesday, October 23, 2018
Cagliari città. Italy 0Mattarella firma il decreto fiscale: nel testo finale condono fino a 100 mila euro l’anno
Mattarella firma il decreto fiscale: nel
testo finale condono fino a 100 mila euro
l’anno
Nella versione definitiva saltano le norme contestate dal vicepremier Di Maio dopo il Consiglio dei ministri
La dichiarazione integrativa speciale, che permetterà di sanare i debiti fiscali pagando un’aliquota scontata del 20%, sarà possibile entro un tetto di 100 mila euro di imponibile annuo, e non di 100 mila euro per tributo e anno di imposta. Dal decreto rimaneggiato sabato dal Consiglio dei ministri, firmata oggi dal Presidente Mattarella, saltano anche le norme che stabilivano la possibilità di usare la dichiarazione per far emergere attività estere e la non punibilità penale della dichiarazione fiscale fraudolenta, della dichiarazione infedele e degli eventuali reati di riciclaggio e autoriciclaggio connessi alla dichiarazione integrativa.
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Come cambia il condono
Via lo scudo penale
Salta anche l’ultimo comma dell’articolo 9, che finiva per penalizzare i contribuenti onesti, che non si avvalgono delle varie forme di definizione agevolata e di sanatoria previste dal provvedimento. Solo nei loro confronti si disponeva, infatti, un allungamento di tre anni dei termini entro i quali l’Agenzia delle Entrate può disporre gli accertamenti.
Sconti a chi è in difficoltà
Ma non è tutto, perché già si annunciano novità in sede di conversione parlamentare del provvedimento. Anche chi ha dichiarato tutte le imposte ma non è riuscito a pagarle per problemi economici, secondo Lega e M5S, dovrebbe infatti beneficiare di uno sconto. La norma, frutto dell’accordo politico di sabato scorso sul decreto, entrerà nel testo con un emendamento.
Manette agli evasori
E sempre con una modifica in sede parlamentare potrebbero essere inasprite le norme penali relative all’evasione. Il carcere per chi non paga le tasse, contraltare del condono (ci sono almeno sette meccanismi di definizione agevolata del pregresso), era stato evocato dal M5S in campagna elettorale. L’ordinamento italiano lo prevede già, in relazione ai reati fiscali più gravi, ma solo se gli importi dell’evasione eccedono una certa soglia (almeno 30 mila euro).
Aliquote ridotte
Con lo sconto annunciato anche per gli “evasori di necessità” si potranno chiudere le pendenze con il fisco pagando (con rate fino a dieci anni ) il 6% degli importi se il debitore ha un reddito Isee inferiore ai 15mila euro, del 15% con un reddito compreso tra 15 e 22 mila euro e del 25% se i guadagni dichiarati sono compresi tra 22 e 30mila euro. La possibilità di regolarizzare il passato con uno sconto sulle tasse dovute nella prima versione del decreto fiscale era concessa solo ai contribuenti che presentavano una dichiarazione integrativa dei redditi. Quindi a chi ne aveva nascosti almeno una parte al fisco, ma non a chi aveva semplicemente omesso il versamento. Per alcuni di questi, quelli con i redditi inferiori, ora c’è la possibilità di ottenere il «saldo e stralcio» delle relative cartelle. Per gli altri c’è la definizione agevolata o la rottamazione «ter», ma pagheranno l’intero debito senza sanzioni e interessi
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