Manovra 2019 approvata e inviata alla
Ue. Sì a pace fiscale e tagli alle pensioni
d’oro
Via libera al decreto fiscale e alla legge sul bilancio. Conte: «Pronti a mandare subito comunicazione a Bruxelles»
Via libera del Consiglio dei ministri alla manovra 2019. Il premier Conte: «Abbiamo, nei tempi previsti, approvato il decreto fiscale, e il disegno di legge sul bilancio. Manderemo la comunicazione a Bruxelles. Abbiamo tenuto conti in ordine mantenendo promesse». E sulla pace fiscale: «Condono? Voi chiamatela come volete. Noi la chiamiamo definizione agevolata. Le scelte lessicali sono libere». Il vicepremier Salvini: «Cominciamo a mantenere gli impegni presi, con coraggio, a partire dallo smantellare la legge Fornero, non c’è un aumento di una tassa in questa legge di bilancio. C’è un risparmio di oltre mezzo miliardo di euro dalla voce immigrazione, che arriverà ad essere di un miliardo e mezzo nel trienno, reinvestito in sicurezza». In conferenza stampa il vicepremier Di Maio ha chiarito: «Credo che questa legge di bilancio dimostri che le cose si possono veramente fare. In questi giorni in cui si sta creando tanta paura io dico ai cittadini che non bisogna avere paura e che bisogna avere solo paura di avere paura. Noi terremo i conti in regola». Infine il ministro dell’Economia «Non sono portato al masochismo, di subire tutta legge di bilancio e la discussione per dimettermi dopo, smentisco, non avrebbe senso» ha detto Giovanni Tria, smentendo le voci su sue possibili dimissioni dopo il percorso della legge di bilancio.
Il piano inviato a Bruxelles
Nel draft budgetary plan inviato a Bruxelles il governo prevede un incremento per i premi delle assicurazioni dall’attuale 59 per cento al 75% per il 2019 e dall’attuale 74% al 90% per il 2020. Negli anni successivi il prelievo sale al 100%. Il piano contempla anche la proroga per l’ecobonus per le ristrutturazioni e l’efficienza energetica, in entrambi i casi al 50%. Il bonus per l’efficienza energetica è più basso rispetto al passato: la percentuale precedente era fissata al 65%.
La pace fiscale
L’accordo raggiunto dopo un lungo braccio di ferro sul decreto fiscale collegato alla legge di bilancio stabilisce un’aliquota al 20% per sanare il pregresso di chi ha già presentato la dichiarazione dei redditi. Sarà prevista l’opzione di dichiarazione integrativa ma con la possibilità di far emergere fino ad un massimo del 30% in più rispetto alle somme già dichiarate e comunque con un tetto di 100.000 euro per periodo d’imposta. Per ridurre il contenzioso, si potranno inoltre sanare le liti con il fisco pagando senza sanzioni o interessi il 20% del non dichiarato in 5 anni in caso di vittoria del contribuente in secondo grado (o il 50% in caso di vittoria in primo grado). Allo stesso tempo, con la rottamazione ter delle cartelle Equitalia saranno cancellati sanzioni e interessi, dilazionando i pagamenti in 20 rate in 5 anni e arriverà lo stralcio delle minicartelle sotto mille euro accumulate dal 2000 al 2010.
Il reddito di cittadinanza
«Nei prossimi giorni conoscerete tutti i numeri, ma è una misura omogenea su tutto il territorio» dichiara inoltre Di Maio, al termine del Cdm. «La grande sfida sarà rifondare i Centri per l’impiego, e la mia personale sarà quella di far tornare il sorriso alla gente quando parla di Cp - aggiunge -. Possiamo farla partire nei primi 3 mesi del 2019, ma stiamo lavorando già da 3 mesi con le Regioni per riformare il sistema della formazione - spiega -. Domani al Mise incontrerò tutti gli assessori regionali al Lavoro e ci metteremo ulteriormente al lavoro per questa sfida di civiltà, perché esiste in tutta Europa». Servono 9 miliardi (di cui 2,6 da attingere dalle risorse già stanziate per il Rei) a cui aggiungere un ulteriore miliardo destinato al rafforzamento dei centri per l’impiego. L’attivazione vera e propria della misura scatterà nei primi tre mesi del 2019. L’assegno da 780 euro, secondo quanto annunciato finora, verrà caricato sul bancomat, con una sorta di monitoraggio degli acquisti. Il sostegno sarebbe garantito solo a patto di frequentare corsi di formazione e di prestare 8 ore a settimana di lavoro socialmente utile. Il reddito verrebbe meno dopo il rifiuto di tre offerte di lavoro, ma con una specifica «geografica», con l’obiettivo di non penalizzare cioè chi non accetterà come prima offerta un’occupazione al di fuori della propria città o Regione.
Cartelle e pensioni
Il superamento della legge Fornero è una misura che entrambe le forze di governo rivendicano. L’obiettivo è di garantire la possibilità di andare in pensione a chi tra età e contributi arriva a `quota 100´, probabilmente partendo dalla combinazione 62-38. Il costo è di 7 miliardi di euro e il meccanismo dovrebbe partire a febbraio. Via sanzioni e interessi per tutti su cartelle e liti con il Fisco, con pagamento dilazionato in 20 rate trimestrali, cioè in 5 anni. Lo stralcio riguarda le cartelle sotto i 1000 euro ante 2010. A copertura della legge di bilancio arriverà dal taglio delle pensioni d’oro un miliardo in tre anni. L’intesa prevede decurtazioni sopra i 4.500 euro netti al mese. Il taglio nella parte di assegno non coperta dai contributi pagati porterà nelle casse dello Stato un miliardo di euro nell’arco di un triennio.
CORRIERE.