Incendio a Milano, psicosi per la puzza e
l’aria irrespirabile. Corsa alle farmacie
per le mascherine
Nella mattina di mercoledì l’odore acre si avvertiva anche in centro. Gli esperti rassicurano sui rischi per la salute ma invitano i cittadini a tenere le finestre chiuse per precauzione. Vigili del fuoco ancora al lavoro: «Ci vorranno giorni»
Aria irrespirabile in buona parte di Milano. Il fumo dell’incendio al deposito di via Chiasserini, scoppiato domenica sera non ancora spento, si sta diffondendo dalla Bovisasca nel resto della città. Finestre chiuse, corsa alle farmacie per richiedere mascherine che però, secondo quanto spiegato da un esperto, sarebbero inutili. Colpa del vento di debole intensità che non riesce a spazzare la nube, ma la sparge per i diversi quartieri. Nella mattina di mercoledì l’odore acre si avvertiva anche molto lontano dal luogo dell’incendio, da Città Studi al centro. Arpa, agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, non ha rilevato finora concentrazioni preoccupanti di sostanze tossiche nell’aria di Milano, mentre si attendono per giovedì i risultati delle analisi dei campionatori posizionati vicino al rogo, che ha interessato 16 mila metri cubi di rifiuti plastici.
Vigili del fuoco al lavoro, ci vorranno giorni
Martedì sera i Vigili del Fuoco e Comune di Milano hanno potuto iniziare le operazioni di smassamento dei rifiuti. Le masserizie parzialmente bruciate vengono spostate togliendo così l’alimentazione al fuoco. L’obiettivo è ridurre il tempo dell’incendio e quindi limitare la dispersione di fumi insalubri. «Prima si spegne l’incendio infatti, minori saranno i giorni di esposizione ai fumi; e questo è fondamentale per la salute di tutti» dice l’assessore alla Mobilità e ambiente Marco Granelli. I vigili del fuoco stimano ancora alcuni giorni di lavoro per spegnere il rogo. Al momento sono al lavoro 15 uomini, che utilizzano una pinza idraulica per demolire il capannone e portare via i rifiuti.
Le analisi
Oltre al campionamento di microinquinanti, che prosegue in maniera continua dalla notte in cui è divampato l’incendio in via Chiasserini, a Milano, Arpa sta effettuando misure speditive anche in altre zone di Milano, a seguito di varie segnalazioni di odori riferibili al rogo. «Le strumentazioni non rilevano presenza anomala di sostanze tossiche», ha comunicato mercoledì mattina Arpa, l’agenzia regionale per la protezione ambientale. «L’odore oggi viene percepito in aree diverse della città rispetto a ieri a causa della variata direzione del vento, che proviene ora dai settori di nordest - ha spiegato Arpa - e delle condizioni meteo non favorevoli alla dispersione». Intanto l’Ats (ex Asl) consiglia, a titolo precauzionale, di tenere le finestre chiuse e sostare il meno possibile all’aperto.
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Le indagini
Gli inquirenti stanno indagando su un cambio sospetto di amministratore societario, avvenuto il giorno prima dell’incendio. Sabato scorso, a quanto risulta dai dati della Camera di commercio, Mauro Zonca ha rimesso la carica di amministratore di Ipb Italia, l’azienda a cui oggi appartiene l’area di via Chiasserini 21, a favore di Patrizia Geronimi. Nell’inchiesta, coordinata dal pm Donata Costa e condotta da Squadra mobile e vigili del fuoco, saranno analizzate le telecamere della zona. Saranno valutati anche i possibili collegamenti con l’incendio di lunedì a Novate Milanese e con le indagini sul traffico di rifiuti. Il materiale bruciato, 16 mila metri cubi, era infatti accatastato in via Chiasserini senza autorizzazioni, come aveva evidenziato il sopralluogo della Polizia locale e dei tecnici di Città metropolitana giovedì scorso. Da parte del Comune, piena disponibilità a collaborare. «Il business illecito che gira attorno ai rifiuti deve ricevere da Milano un messaggio chiaro di opposizione» dice Sala.