Manovra, accordo sul 2,4% di deficit.
Salvini: « Il paese deve crescere». E su
Tria: “Anche io giurato sulla nazione”
Il M5S: «Il superamento della legge sulle pensioni sarà nella manovra»
L’accordo c’è. I vertici di Lega e Cinquestelle hanno trovato l’intesa per fissare l’asticella del rapporto deficit/Pil intorno al 2,4%. Non il 2% ipotizzato dal Carroccio né il 2,6% ventilato dai pentastellati (qui, il restroscena di Francesco Verderami). «L’accordo c’è, lo zero virgola è l’ultimo dei problemi, nessuno fa o farà gesti eclatanti per uno zero virgola», conferma il vice premier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, al termine del vertice. «Il paese deve crescere - aggiunge - i ragazzi devono lavorare e occorre fare investimenti produttivi». Poi le parole su Tria: «Anch’io sono fedele all’interesse della nazione, che è che la gente torni a lavorare e pagare meno tasse», ha detto Salvini commentando le parole del ministro dell’Economia. «Questa manovra dovrà essere fondata - ha aggiunto Salvini - sul lavoro, sul diritto al lavoro e sul suo rispetto».
Dopo le prime indiscrezioni, il premier Conte aveva preso tempo: «Non do numeri sino a quando non delibereremo. Lo saprete dopo il Consiglio dei ministri», dice dalla Borsa di New York, ai microfoni di Cnbc. Luigi Di Maio e Matteo Salvini sono convinti della manovra e hanno fissato da tempo i paletti: reddito (e pensioni) di cittadinanza (qui, Di Maio a «Porta a Porta»), superamento della legge Fornero e flat tax. Da ambienti governativi, filtra la convinzione che il ministro dell’Economia Giovanni Tria «dovrà accettare o lasciare».
Lotta ai tecnocrati
E lo stesso Di Maio assicura che ci sarà un nuovovertice di governo per la manovra: «C’è tanto lavoro da fare ancora», ha detto ai cronisti a Montecitorio sui tempi per il varo della nota di aggiornamento al Def. Il tempo per tornare a riunirsi non manca: «domani parto ma alle 12 torno» a Roma, sottolinea Di Maio che non ha precisato nulla sui tempi di convocazione del Cdm: «Non so se è stato convocato» ha detto. Non solo: il vicepremier in diretta Facebook attacca: «Lo sappiamo che in tanti posti chiave dello Stato ci sono ancora uomini di partito, tecnocrati messi lì dai politici di un tempo che anziché eseguire quello che come governo gli chiediamo preferiscono mettere i bastoni tra le ruote perché per loro il cambiamento è un pericolo. È una battaglia che dobbiamo portare avanti, una zavorra del vecchio sistema di cui dobbiamo liberarci perché vogliamo che il nostro paese spicchi il volo»
corriere
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