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Friday, November 16, 2018

L’affondo di May: avanti sulla Brexit. Ma a Westminster l’intesa non piace

Il governo traballa, si dimette anche il ministro Raab. 

Corbyn: brutto accordo. I Tory preparano la sfiducia

AFP
Un manifesto anti-Brexit dal ponte di Westminster a Londra

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Pubblicato il 16/11/2018
LONDRA
Neanche il tempo di festeggiare l’accordo sulla Brexit con l’Ue che Theresa May si è trovata a dover affrontare un vero e proprio terremoto politico in quella che è stata la giornata più difficile della sua carriera.  

Il buongiorno ieri mattina è arrivato dal presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk (ha confermato il summit straordinario Ue domenica 25 novembre) che ha spento ogni entusiasmo tra chi esultava per il risultato raggiunto. «La Brexit è una situazione “lose-lose” dobbiamo lavorare per limitare i danni». E i danni, per la premier, non hanno fatto che aumentare con il passare delle ore. Alle 9 sono arrivate le dimissioni del responsabile della Brexit, Dominic Raab, l’uomo a cui era stato affidato il compito di gestire le trattative per il divorzio appena 5 mesi fa, dopo che il suo predecessore, David Davis, si era dimesso a sua volta. «Non posso sostenere in buona coscienza questo accordo», che «rappresenta una minaccia reale all’integrità del Regno Unito», ha spiegato. Dopo di lui hanno lasciato anche la segretaria di Stato per Lavoro, Esther McVey, e cinque sottosegretari. 

A Westminster, dove è intervenuta in mattinata per circa tre ore, May ha trovato un clima infuocato. Gli interventi hanno mostrato che l’Aula, almeno per il momento, non è con lei e che la premier dovrà faticare non poco se vorrà trovare i numeri per far passare l’accordo in Parlamento a dicembre. «Il governo deve ritirare questo accordo pasticciato che non ha il sostegno dei ministri, del Parlamento o del Paese nel suo intero», ha attaccato, Jeremy Corbyn. Il leader dei laburisti ha affermato che l’Aula «non può accettare questa falsa scelta tra un cattivo accordo ed il “no deal”», ribattendo così alla linea di May secondo cui la scelta è soltanto tra il suo accordo o nessuno. 

Il sindaco di Londra Sadiq Khan, filo Ue, invita i deputati del suo partito laburista a votare contro l’intesa. Ma i pericoli più grandi per la premier sono arrivati dal suo stesso partito, con il leader dell’ala dura dei brexiters, Jacob Rees-Mogg, che ha depositato una mozione di sfiducia nei suoi confronti che potrebbe portare a una pericolosa conta interna. May in serata ha tenuto anche una conferenza stampa dove ha provato a mostrarsi sicura di sé.  

«Andrò fino in fondo», ha ripetuto più volte contestando ai critici del suo operato di non essere stati capaci di fornire «valide alternative». «Capisco che ci siano preoccupazioni ma è un dato di fatto incontrovertibile che non ci poteva essere alcun accordo che non prevedesse un backstop» in Irlanda del Nord, ha rivendicato. La premier ha anche chiuso all’ipotesi di un secondo referendum in quanto, ha detto, «i britannici si sono già espressi con un voto e hanno detto di voler lasciare l’Unione europea. Ed è quello che faremo». Ma i numeri non sono dalla sua parte: A Westminster i conservatori sono 318 su 650, sette in meno della maggioranza assoluta, e di certo non sono compatti. Così come di certo contro la premier si schiereranno gli alleati, o meglio ex tali, Unionisti nord irlandesi, che sono i più critici verso l’accordo vista la permanenza dell’Irlanda del Nord nell’Unione doganale.  

Alla premier va riconosciuto di aver affrontato una giornata terribile in maniera coraggiosa, ma ostentare fiducia non le basterà a trovare in numeri nel momento decisivo. 

Wednesday, November 14, 2018

ITALIA MIA CASA ·Fantacalcio, 5 difensori svincolati su cui puntare


Durante la pausa in molte leghe ci sarà il mercato di riparazione, un’occasione per puntellare la propria rosa aggiungendo alcuni nomi molto interessanti.
di Patrizia Monaco
Malcuit difensori fantacalcio 2018


Il Fantacalcio non si ferma mai. La pausa di novembre rappresenta, per moltissime leghe, l’occasione migliore per organizzare il mercato di riparazione, in cui è possibile fare scambi o attingere dalla lista svincolati per aggiustare le proprie rose. Trascorso un terzo di campionato, non si possono tirare le somme definitive, ma si può sicuramente capire quali potrebbero essere gli elementi che, un po’ a sorpresa, potrebbero aiutarci a scalare la classifica nella nostra lega, a suon di bonus e sufficienze. 

DA MAGNANI A CALABRESI, I DIFENSORI SVINCOLATI CHE POSSONO STUPIRE

Il reparto difensivo, soprattutto se parliamo di leghe che utilizzano ilmodificatore di difesa, rappresenta un aspetto da curare nei minimi dettagli: non può mancare il classico top di reparto, accompagnato da alcune garanzie low cost,tipo Ferrari e Biraghi, a cui si aggiungono alcune scommesse che a volte si rivelano vincenti e a volte no. Quando arriva il mercato di riparazione, bisogna sostituire proprio le scommesse perse e dunque essere capaci di individuare difensori che potreste accaparrarvi nell’indifferenza (o quasi) generale e che potrebbero rinforzare di netto la vostra rosa.
Gagliolo difensori fantacalcio 2018
Riccardo Gagliolo (Parma)Gazzetta dello Sport – FM 5,75
Il difensore del Parma si è reso più volte protagonista di ottime prestazioni che hanno calamitato l’attenzione generale su di sé. Nonostante i suoi trascorsi in Serie B (ben 5 gol lo scorso anno con la maglia crociata), in questa stagione il classe 1990 non ha ancora segnato ma ha collezionato ottimi voti e, come se non bastasse, il tecnico D’Aversa ha scelto di spostarlo nel ruolo di terzino che già lo scorso weekend gli ha permesso di portare a casa un assist. Se confermato in quella zona del campo, Gagliolo potrebbe continuare a stupire. Sempre del Parma segnaliamo poi il nome di Bastoni, colui che ha preso il posto di Gagliolo nella coppia dei centrali difensivi: osannato in passato da Gasperini, il numero 95 sembra essere un vero e proprio predestinato, da prendere se si ha già una buona copertura.
Magnani difensori fantacalcio 2018
Giangiacomo Magnani (Sassuolo)Gazzetta dello Sport – FM 6,16
Spostandoci sul fronte Sassuolo, non possiamo che consigliare l’acquisto del giovane difensore neroverde. Inserito sin da subito, un po’ a sorpresa, tra gli undici titolari da De Zerbi, il 19enne di Correggio ha dimostrato unapersonalità fuori dal comune e una forza fisica che gli ha permesso di non lasciarsi intimorire neanche dai grandi bomber della Serie A. C’è da dire che Magnani gioca nella difesa a tre, mentre in quella a quattro resta in panchina. Puntate su di lui, dunque, se avete sufficiente copertura in difesa o se avete in rosa anche Marlon, altro nome low cost da segnare sul taccuino.
Calabresi difensori fantacalcio 2018
Arturo Calabresi (Bologna)Gazzetta dello Sport – FM 6,12
Altro nome che non è di certo passato inosservato nell’ultimo periodo nell’universo del Fantacalcio, è quello del difensore del Bologna. Il 22enne rossoblù ha saputo subito conquistare la fiducia di Inzaghi, ripagandola conottime prestazioni e con un gol che ha permesso alla squadra di agguantare un importantissimo pareggio contro il Torino. Nell’ultima giornata contro il Chievo, Calabresi ha peccato un po’ di ingenuità, venendo sostituito nell’intervallo, ma la sensazione è che Inzaghi difficilmente si priverà di lui, quindi non lasciatevi intimorire dalla sua giovane età e puntateci.
Malcuit difensori fantacalcio 2018
Koffi Djidji (Torino)Gazzetta dello Sport – FM 5,7
Il Torino di Mazzarri dovrà sicuramente lavorare su quello che, fino a poco tempo fa, sembrava essere il punto forte della squadra, ovvero il reparto difensivo. La retroguardia granata, infatti, alterna prestazioni ottime a prestazioni discutibili e, di conseguenza, anche i voti dei suoi singoli elementi sono altalenanti. Tra questi, mettendo da parte i già noti Nkoulou e Izzo, si è fatto notare il giovaneDjidji: il difensore classe 1992 è sceso in campo dal primo minuto in cinque occasioni ed è entrato ufficialmente nelle rotazioni che interessano la zona sinistra del campo. Nelle prossime settimane dovrà vedersela con il veterano Moretti e con il rientrante Lyanco ma se cercate un ultimo slot su cui puntare un credito, lui potrebbe fare al caso vostro, al pari del compagno di reparto Ola Ainache però dovrà fare i conti con la concorrenza di Ansaldi e Berenguer.
Malcuit difensori fantacalcio 2018
Kevin Malcuit (Napoli)Gazzetta dello Sport – FM 6,33
Il suo nome, in estate, era sconosciuto ai più e anche le sue statistiche passate non hanno di certo fatto drizzare le antenne ai fantallenatori che quindi lo hanno lasciato svincolato in sede d’asta. Eppure, di giornata in giornata, abbiamo avuto modo di constatare la fiducia che Ancelotti nutre nei confronti del difensore dal “ciuffo biondo”, ripagata da una serie di prestazioni niente male. Nelle ultime settimane, Malcuit è andato a voto per ben sei volte, portando a casa due 7 ed una Fantamedia totale di 6,33. Il ruolo di terzino, poi, in una squadra offensiva come quella del Napoli, non può che far gola a molti: se dovesse essere ancora svincolato nella vostra lega, puntateci senza timore, a patto che abbiate già sufficiente copertura in difesa.

Sunday, November 11, 2018

Da Salvini un ultimatum all’alleato: “La Tav è iniziata, è meglio finirla”

Il vicepremier avvisa i grillini: stiamo perdendo troppo tempo

, a gennaio una decisione

ANSA
Il ministro dell’Interno Salvini al salone del ciclo e del motociclo

Pubblicato il 11/11/2018
Ultima modifica il 11/11/2018 alle ore 08:22
ROMA
Va bene rispettare il contratto di governo e attendere l’analisi costi-benefici sulle grandi opere, ma quanto devono durare questi studi sull’opportunità di realizzare Tav, Pedemontana, Terzo Valico? Matteo Salvini comincia a perdere la pazienza, ad essere insofferente nei confronti degli alleati 5 Stelle. Vuole una risposta in tempi rapidi, se l’aspetta per gennaio, non oltre. Intanto schiera apertamente il suo partito con la piazza di Torino dove ieri erano presenti i parlamentari eletti in Piemonte e gli amministratori locali. «È stato innanzitutto un segno di rispetto e di attenzione verso il mondo produttivo e imprenditoriale che manifesta evidentemente un disagio», spiegano i parlamentari del Carroccio Elena Maccanti, Alessandro Benvenuto, Gualtiero Cassaratto e Marzia Casolati. «Secondo noi l’opera va realizzata. È chiaro che ci sia una forte spinta popolare», sottolinea il capogruppo Riccardo Molinari, l’uomo forte della Lega piemontese. 

Il Carroccio insiste sulla necessità di dotare l’Italia delle infrastrutture necessarie. Certo, dice Salvini, ci sono dei tecnici al lavoro («gente più competente di me che dovrà dire se costa di più andare avanti o tornare indietro»), ma il vicepremier non ha alcun dubbio che nel nostro Paese ci sia bisogno di più ponti, più strade, più ferrovie, più aeroporti. E comunque «un’opera cominciata è sempre meglio finirla». A Salvini non è piaciuto quel passaggio che ieri nell’intervista a La Stampa Luigi Di Maio ha dedicato alla Pedemontana. Ci sarebbe, ha detto il leader del M5S, un problema dal punto di vista economico e ambientale che ha sollevato forti perplessità nei ministri delle Infrastrutture e dell’Ambiente, Danilo Toninelli e Sergio Costa. Un dossier ad alta tensione per la Lega a trazione veneta: affossare quest’opera significherebbe una cocente sconfitta e un grave danno d’immagine per il governatore Luca Zaia. Così come chiudere i cantieri della Tav e archiviare il Terzo Valico sarebbe un segnale devastante che il governo gialloverde darebbe alle categorie produttive del Nord. Salvini non si può permettere che ciò accada. Se inoltre si considera che a maggio del 2019 si vota per le Europee, allora è chiaro che il tempo stringe. Per il momento sta al “gioco” dell’attesa dei costi-benefici, ma ancora due mesi al massimo, poi entro gennaio bisognerà sciogliere il nodo. Un’impazienza che trapela anche dalle parole di Gian Marco Centinaio. «Io concordo coi colleghi dei Cinque Stelle quando dicono che bisogna fare le strutture che servono ed evitare di sprecare soldi. È lo stesso obiettivo che abbiamo anche noi, che però siamo convinti che la Tav serva. Però anche loro ci dicano cosa vogliono fare», avverte il ministro leghista.  

Quello delle grandi opere è rimasto l’unico terreno sul quale il centrodestra è rimasto unito. Silvio Berlusconi ha gioco facile a prendersela con i 5 Stelle. Il leader di Fi esalta l’iniziativa di Torino contro «la follia ideologica» dei grillini, una piazza «spontanea dell’altra Italia, quella delle persone serie, che al governo non chiedono assistenzialismo ma investimenti nelle infrastrutture». Per Maria Stella Gelmini, presente a Piazza San Carlo, la manifestazione è «un avviso di sfratto al governo M5s-Lega». «Qui - dice la capogruppo azzurra - la gente è stufa dell’arroganza, dell’incompetenza, delle false notizie, delle false commissioni, dell’incapacità cronica, delle recite da cabaret». La speranza dell’opposizione è che il ciclo politico di questa maggioranza cominci ad esaurirsi. Matteo Renzi ne è convinto: di fronte ai tanti no alle Olimpiadi e alle grandi opere, secondo l’ex segretario del Pd, «tornerà il ciclo di chi dice Sì».  

Vedere in quella piazza l’inizio di una nuova fase politica è sicuramente esagerato, ma intanto è una soddisfazione che da Torino sia arrivato « un gigantesco “vaffa” a Beppe Grillo», come scrive su Twitter il capogruppo di Fratelli d’Italia Francesco Lollobrigida. 

Saturday, November 10, 2018

È il giorno del popolo del sì: l’Onda riempie piazza Castello. Gli organizzatori: siamo oltre 30mila

È il giorno del popolo del sì: l’Onda riempie piazza Castello. Gli organizzatori: siamo 

oltre 30mila

Il promotore della petizione Sì Tav Mino Giachino: «Da oggi nulla 
sarà più come prima»

Pubblicato il 10/11/2018
Ultima modifica il 10/11/2018 alle ore 12:17
TORINO
La sfida del Sì è vinta in partenza. Alle 11 piazza Castello è piena all’inverosimile, migliaia e migliaia di torinesi mobilitati per dire di sì alla Tav ma soprattutto per dire di si a un futuro fatto di infrastrutture, lavoro, sviluppo, cultura, inclusione, diritti. Gli organizzatori dicono con orgoglio: «Siamo oltre 30 mila». Una manifestazione che «hanno cercato in tutti i modi di impedire», dice dal palco Mino Giachino. «E se siamo qui e solo per merito di prefetto e questore», dice lanciando un’indiretta accusa al Comune e dedicando la piazza a due imprenditori come Sergio Pininfarina e Sergio Marchionne.  


È la vittoria delle sette donne di Sì, “Torino va avanti”, mobilitazione nata dieci giorni fa su Internet e capace di mobilitare una folla immensa. In piazza ci sono gli imprenditori, arrivati con i loro dipendenti, sindacalisti, costruttori, commercianti, personalità politiche, docenti universitari. E soprattutto un mare di gente comune accorsa per dire di sì alle infrastrutture ma anche a una città che scommetta sul futuro e non si faccia paralizzare dai No. un messaggio esplicitamente rivolto a Chiara Appendino e alla sua giunta. 

In molti hanno raccolto l’invito dell’organizzazione a vestirsi di arancione, simbolo del raduno Sì Torino va avanti. Sono oltre trentamila, secondo gli organizzatori, le persone arrivate per la manifestazione Si Tav. Accanto alle bandiere Per il sì alla Torino-Lione anche gli striscioni di quelli che protestano contro il no all’ampliamento della Ztl. 


In piazza anche alcune bandiere a cinque cerchi, simbolo delle Olimpiadi invernali di cui Torino ha perso la candidatura per il 2026 dopo le divisioni all’interno della maggioranza pentastellata.  

«Da oggi nulla sarà più come prima. Cambia il clima intorno alle grandi opere per rilanciare l’ economia» ha detto Mino Giachino , promotore della petizione Si Tav che, nelle ultime ore, ha superato le 60mila firme. «In questa piazza c’è un Pil che si aggira intorno ai 20 e 30 miliardi», ha aggiunto Giachino (tra i primi ad arrivare in piazza Castello) in merito alla presenza degli imprenditori e dei lavoratori.  

«Da Torino parte un messaggio forte e chiaro che riguarda tutta l’Italia - spiega il presidente dell’Unione Industriale di Torino, Dario Gallina - Un messaggio per le grandi opere di collegamento verso l’Europa, per il nostro futuro, delle nostre imprese, per il lavoro e le future generazioni. La Torino-Lione e il Terzo Valico possono determinare la centralità dell’Italia in Europa e chi ha la responsabilità di governo può e deve avere la statura politica di cambiare decisioni e idee se non sono coerenti con il futuro del Paese». 
la stampa